Featured Post

The accidental writer by Tom Padula – 2008/9

It was February 1968 and I was sitting at one of the tables on the first floor of the Baillieu Library at the University of Melbourne, next ...

Chapter 3 - Amica Poesia Vol.1

VITA SCOLASTICA


Quando sta per arrivare la fine dell’anno scolastico in

Australia, le scuole (specialmente le scuole secondarie) e

tutti coloro che sono coinvolti nella vita dela scuola

(studenti, insegnanti, genitori e servizi di appoggio) si

trovano in mezzo all’organizzazione per concludere l’anno

educazionale. Ci sono le prove finali, studi di ricerca e

compiti scritti, esami ed una vera varieta’ di giudizi

sull’andamento generale della scolaresca e della scuola,

espressi obiettivamente o soggettivamente. Tutta questa

attivita’ risulta poi in rapporti, certificati, riconoscimenti

speciali, profili, le attivita’ di fine d’anno e poi le vacanze.

L’intensita’ di questo periodo di fervore scolastico risulta

piu’ facile soltanto grazie al pensiero che le giornate sono

piu’ lunghe, che il lavoro per l’anno corrente e’ quasi alla

fine e che la stagione delle vacanze e’ imminente!

‘In lieu’ e’ una frase usata nei cerchi scolastici per riferirsi

all’obbligo dell’insegnante di prendere un’altra classe

quando i suoi studenti del livello maggiore se ne sono

andati… a sedere per gli esami scritti o per andarsene ad

un impiego delle vacanze. Teoricamente questo tempo

libero dovrebbe essere usato per le valutazioni del lavoro

scolastico o per la programmazione e l’organizzazione

per le classi dell’anno seguente!

‘Ethos degli esami’ ci fa ricordare che la tecnica usata per

esaminare gli studi fatti durante l’anno crea un ambiente

tutto particolare!

Siccome ho passato la maggior parte della mia vita a

scuola, prima come studente e poi da insegnante, e’

ovviamente comprensibile che io abbia un buon numero di

poesie che si riferiscono all’educazione scolastica, ai

ragazzi, ai colleghi, ai sentimenti, alle mancanze ed ai

successi… e molto, molto di piu’!

La scuola e’ un villaggio di attivita’ nel mezzo della

societa’… e’ il luogo dove i genitori affidano la loro prole

ad educatori professionisti… in un certo senso, questo e’ il

posto dove l’imparare occorre continuamente durante gli

anni della piu’ grande formazione dell’individuo.

La necessita’ base per ogni studente e’ la sua curiosita’

per imparare e per comunicare con gli altri.

E’ il dovere della scuola di assicurarsi che tutti i coinvolti

provvedono un ambiente sicuro per fare questo con gli

altri.

S’intende che gli ideali non sempre vengono raggiunti e la

scuola puo’ essere un luogo molto difficile per chi non

riesce ad amministrare tutte le situazioni e le richieste fatte

in questa microscopica comunita’. ‘Campanello di scuola’

fa ricordare la precisione militare adottata dalle scuole per

mantenere in ordine ed in tempo il proprio programma

scolastico. ‘Scuola nuova’ ed ‘In classe’ dimostrano alcune

difficolta’ quando un insegnante comincia il suo lavoro

pedagogico in una scuola secondaria. ‘Un dolce

pomeriggio’ e ‘Luccichio di speranza’ toccano su alcuni

positivi che si trovano nella vita giornaliera in un ambiente

scolastico.



Il Professore pedante


Mio piccolo professore,

tu sei un pappagallo.

Sei una colomba

che vola nel mondo.

Sei una cicogna

che si tira i giovani

su una strada pedante

che porta ai maiali

di papà poltrone.



A che serve


A che serve

rimanere qui in silenzio

a guardare stupidamente

un uomo che parla

e che non dice niente.

Io non l'ascolto,

io non lo capisco.

Allora, perchè rimanere qui?

Io non lo so,

io non lo saprò mai.

Un giorno io capirò

che quell'uomo lì

si guadagna la vita parlando

di cose irrelevanti

alla vita di tutti i giorni.

Ma degli uomini come quello là

hanno fatto di me

quello che sono oggi.

Mi hanno insegnato

a guardare oltre ad essi:

a guardare le stelle brillanti

dei miei sogni di bambino.

Un giono egli sarà niente

come me e te.

Un giorno sarà soltanto

un'anima che si risparmierà

di parlare guardando il silenzio.

A che serve questo ciclo stupido

che fa continuare questa vita

inutile, futile?

Intanto sempre ci saranno

uomini che parleranno

e gli altri che ascolteranno.

Ma a che serve rimanere qui

con questa gente muta,

con della gente che vorrebbe

essere al di fuori

a respirare l'aria naturale

di questo giorno d'autunno.



Allora... e adesso


Anni, cambiamenti, mensa, campus,

estranei, lezioni, amici e tu

è tutto quello che ho nella mia stanza

quando, insieme a me stesso e

leggendo Farrago* sul tappeto,

vedo l'ambizione, le guerre e l'apatia.

Bel Farrago! Che stronzate!

Poche lettere, amare e dolci,

tanta politica, poche parole

sul sesso, lo sport e la religione!

Guarda! Pensa! Giudica!

Soprattutto, ama te stesso.

Stai in pace... con l'apatia!

* Notiziario degli studenti

all'Università di Melbourne

Apatia, eloquenza silenziosa,

tu sei cresciuta vecchia e saggia con me.

Adesso una scrivania, la carta,

la bic... e le memorie! Ogni volta

che lascio la mia mente correre da me,

vedo tutti voi davanti ad un tortino

di carne e patatine... una pollastrella,

un coltello... una pollastrella,

una forchetta... una pollastrella,

un aeroplano di carta, lettere

di molti colori e caffè'.

Oh no, amici miei, amate il momento!

Amate il presente, perchè vedete,

domani... domani sarete come me!



Scuola nuova


Hai una biro?

Non ho carta.

Dov'è la riga?

Ho perduto il mio quaderno!

I miei libri sono a casa.

La mia borsa e` stata rubata.

Tu non finisci mai di dir questo,

studente!

Quando crescerai?

Impara a fare quello che tutti

devono fare...

essere indipendenti.

Liberati dalle scuse

e fai parte del mondo,

il mondo degli adulti

dove le scuse costano tanto

e l'ignoranza non è una scusa.

Cresci presto... impara come

imparare... ascolta... ascolta...

siediti... siediti... studiaaa...

Ah, che noia...

essere adulti!



In classe


La mia classe è chiassosa.

Gli studenti sono incivili,

potresti dire che sono immaturi.

Che cosa debbo fare?

Lasciarli crescere selvaggi,

senza dimostrare rispetto

a coloro vicino a me?

Qual'è la soluzione

quando sono così cattivi

e si scagliano abusi

l'un l'altro, davanti a me!

Dovrei punire?

O non devo neanche

farmi questa domanda?

Il mondo è nero o bianco.

Non ci sono colori.

Gli studenti sono irriverenti.

Tu devi mostrare i denti,

l'unico modo...

l'unico modo...



Luccichìo di speranza


Finalmente un luccichìo di speranza.

Chiara nel quaderno

del mio studente è la verità.

Non è il mio compito di forzare

l'imparare, ma soltanto di guidarlo!

Per penetrare l'oscurità

hai bisogno di luce... una luce

che brilla con calore

da dentro.

Termina la tirannia dell'ignoranza.

Comincia un mondo di pace...

una pace che ci irraggia da dentro

le nostre proprie esperienze positive.

A condividere queste con gli altri tramite

la realizzazione del nostro potenziale.

Attraverso l'adempimento di se stesso

non c'è la gelosia degli altri,

ma un apprezzamento del contributo

degli altri per l'arricchimento

dell'intera comunità.



Un dolce pomeriggio


Un dolce pomeriggio d'invemo

ci sedemmo là nella sala

dei professori.

Comprai dei cannoli

e delle paste tutte italiane:

e voi portaste i biscotti,

le caramelle e le patatine

secche.

Ci sedemmo tutti insieme

al tavolino sulle poltrone

e Carolina era seduta

1ì per terra.

Ci scambiammo alcune parole

mentre voi tutti eravate 1ì

un pò impacciati di quell'atmosfera

un pò straniera.

Son queste le prime esperienze

di qualcosa nuovo, e ce ne sono

così poche a scuola!

Forse sarebbe meglio vivere

insieme per alcuni mesi,

per conoscerci meglio

in momenti come questo

dolce pomeriggio d'inverno.



Campanello di scuola


Il campanello suona,

un altro periodo comincia.

Ci muoviamo a questo suono.

Il nostro tempo passa

in un ambiente contratto.

Ci sono dei momenti quando

vogliamo volare via:

per rompere questa monotonia,

questa vita di rigidità.

Viaggiare attraverso

il Nullabor o è forse

la Savana dell'Africa.

Guardare il cielo e le colline

da una montagna nel Katmandu.

Bere dell'acqua fresca

da una cascata nel Queensland.

Viaggiare per le città degli USA.

O potrebbe esserci la possibilità di lavorare

in un'attrezzatura marina per l'olio nel W.A.*

O essere il direttore della BHP**

soltanto per una settimana?

O scambiare posto con il Primo Ministro?

Cambiare la propria abitudine, a volontà,

come cambiare i canali

del tuo televisore.

Questo campanello continua a suonare

ogni cinquanta minuti, precisamente,

per attirarci di nuovo nel suo lembo.

*Western Australia

** Broken Hills Proprietary - Compagnia Australiana



L'ethos degli esami


Da una stanza quiete io vedo

quattro bandiere sventolare nel vento

del tabellone degli Azzurri.

Le cime degli alberi sembrano

come nuvole verdi in contrasto

con le nuvole grigie del cielo di sopra.

Qui e lì degli alberi alti di eucalipto

e gli appartamenti superiori di un grattacielo

(verso il lato di Parkville della Sydney Road)

si frammescolano con i tetti

di quelle costose case vittoriane

in mezzo ai pali elettrici delle vie sottostanti.

Il vento fa dondolare le bandiere

proprio come fa con le onde del mare;

ma l'unica cosa che rompe questo silenzio

e il rumore incessante dei ventilatori.

A volte incontro gli occhi

di coloro che hanno bisogno di qualcosa...

ma è quiete... come non li ho mai

visti tutt'insieme prima di adesso;

sono preoccupati, volenterosi di far bene,

in un'atipica atmosfera tesa.

È quel periodo dell'anno!



In lieu


In lieu

significa "invece di",

significa un altro posto.

Può essere come una ricompensa:

se hai insegnato alla tua classe tutto l'anno

e quella classe se n'è andata,

tu prendi un'altra classe.

In lieu

ti mantiene in addestramento,

ti aiuta ad incontrare dei nuovi studenti.

Cosí quando tu pensi di essere libero

"in lieu" ti dá l'opportunità

di non fare quello che hai

cercato di fare tutto l'anno.

In lieu

mantiene alto il morale del Ministero.

Aiuta a risparmiare la moneta

ed assicura che tutti gli insegnanti

sono doverosamente occupati!

In lieu

è come un "ciao"!

Ti saluta la mattina.

Ti fa la giornata felice pensando:

"Perbacco! Incontrerò delle vecchie facce oggi!"

"Che bello"! Le nostre meravigliose

classi degli anni 8 o 9 o 10 !"

In lieu

occorre durante quel periodo pacifico

dell'anno quando le classi degli anni 11 e 12

stanno facendo gli esami!

E tutte le altre classi sono silenziose!

In lieu

e` un piccolo pezzo di carta

che ti vien dato con gentilezza,

come un dono, da conservare

per qualche ora della giornata!

A tutti piace in lieu.

È un piacere camuffato

come un dovere.



Volontariato


In questa burocrazia

c'è spazio per tutti.

Si può fare questo

o quello in ogni ora,

in ogni stagione.

C'è sempre qualcuno

che non fa niente

mentre ce n'è un altro

che è ambizioso

di entrare nel circolo

degli eletti. E per questo

lo fanno fare a sue spese,

nel suo tempo.

La cosa e` facile. Se vuoi

andare sulla piramide

devi far vedere

che il da fare

non ti affatica...

che la tua lealtà

va al lavoro... e non

alla famiglia o

alla ricreazione!

Il tuo futuro è assicurato

se non ti dispiace di fare

il volontariato.



Non ho scelta


In questa classe

non tanto grande,

così quieta

quando sono solo,

ho visto passare

tante facce

che adesso neanche

ricordo più.

C'erano i buoni

insieme ai cattivi.

Adesso dove sono?

Son cambiati?

Certo. Così è la vita.

Ma io cosa faccio

ancora qua?

C'è tanta vita

là fuori passato

quel parco di erba

tutta verde.

Forse ho tanto da fare

ancora in questa stanza?

È questo il mio lavoro?

Starmene qui a sorvegliare,

ad aiutare o ammonire,

ad insegnare?

Ma se sono pochi quelli

che vogliono veramente

imparare!

Invece là fuori potrei

dirigere, comandare

farmi strada nella società?

Oppure fallire, provare,

trovare il minimo di felicità.

Qui mi sento

come un acrobata

che cammina sulla fune

fra due grattacieli in città.

Non oso guardare ai lati,

ma cammino diritto

e mi bilancio.



Vocazione


Tutto appare rumoroso,

eccitante, ma noioso.

Sempre lo stesso con questi

studenti che non vogliono

far niente di quel che voglio io.

Ognuno vuole la libertà

di agire, di fare, di conversare

di altro e non di quello

che si dovrebbe fare.

Io voglio che parlino

quest'altra lingua,

che la leggano spesso

e volentieri, che la scrivano

quasi quotidianamente,

che la amino.

Ma no! Per loro è soltanto

un'altra materia fra le tante

che hanno scelto per evitare

altre cose che gli interessano

anche di meno della lingua

italiana!

Però il briciolo della speranza

è sempre presente. Perchè

l'insegnante sa che il seme

può rifiorire in altri tempi,

in altre primavere.

Ed anche quando penso

che abbia fallito, con il passar

del tempo quest'esperienza

a volte porta dei frutti veramente

inaspettati! Così è la natura

di questa mia professione,

di questa mia vocazione!



Arrivederci, Professor

Hamer!


Ohimè! L'uomo è qui

davanti ai suoi pari!

Guardando indietro lui può solo vedere

il fiume di studenti, colleghi,

genitori, cittadini ed altri

su cui ha lasciato il suo indelibile marchio!

Chi non si ricorderá del Professor Hamer

per il suo linguaggio fiorito,

la ricchezza della sua espressione e,

soprattutto, per la precisione e il genio

con cui cesella ogni nota,

ogni discorso, ogni lettera!

Non è sempre quello che dice

che ti sorprende... è il modo in cui

si esprime che ti sbalordisce.

Quando si presenta nella tradizione

di un " Churchill " o " Dante " o, forse,

"Omero"... (quest'ultimo deve esser

stato un parente distante...).

A Princes Hill ha la reputazione

di essere un uomo di lettere.

Nella tradizione del "filosofo"

è schietto nelle sue opinioni...

non ha paura dell'ira degli uomini

perchè sono soltanto mortali!

Dalla legge prende la sua posizione:

a molti pranzi non ha

resistito alla tentazione di divorarsi

una buona quantità di fragole

e gelato cosparsa con

avvocati e signore amiche.

Per gli ultimi diciott`anni a questa scuola

ha indossato la toga di letteratura e storia

mentre nascondeva il vero se stesso

di uomo di lingue e musica.

Sa mettere qualche motivo insieme,

sa parlare qualche lingua...

inglese, olandese, francese, tedesco...

un pò d'italiano, spagnolo, svedese...

non dimentichiamoci le sue letture

in latino e greco antico.

Emile si distingue nella sua comprensione

dell'uomo universale rialzandosi al di sopra

del bigottismo dello sciovinismo.

Tratta gli uomini e le donne senza paura

o favoritismo... non è conosciuto

per la sua umiltà, ma poi tutti

abbiamo qualche difetto o più.



La mentalità del prurito


C'era una volta una squadra di piccioni

che si dava la mano tenendosi i bottoni.

Uno diceva: "pizzicami qua",

l'altro voleva una manina là.

Sentivano un prurito sotto le ascelle.

A volte lo sentivano anche sulla pelle.

Andavano in giro con la penna in mano

per sondare un fenomeno veramente strano.

Avevano sviluppato questo brutto prurito

che doveva essere per forza guarito.

I fumatori incalliti li volevano tutti trasferiti.

Quelli che continuavano dovevano essere

puniti.

Non era ancora arrivato Carnevale

ma il prurito era già quasi generale.

Allora per democrazia fecero un consiglio

per dare ai fumatori la tana del coniglio.

Cioè quella piccola stanzetta

al lato della sala d'aspetto.

La morale è questa qua: quando

qualcuno non ti va, trova una scusa

per muoverlo di là.



Il prurito generale


Ti ricordi quel prurito generale

quando ci volevano fregar la stanzetta

con la scusa della politica del fumare?

Ora senti questa qua...

quella stanzetta non l'abbiamo più

ed i fumatori li hanno buttati

addirittura fuori della scuola!

Noi adesso andiamo su e giù

per le scale come degli angeli.

Ed, i fumatori, come dei lebbrosi,

si radunano in gruppetti

nei viottoli e per le strade

via dal nostro vicinato.

Li vedi tirare in su il fumo

dalla bocca che respira

l'aria inquinata di città.

La morale è questa qua:

alcuni vanno in su

ed altri vanno in giù.



Tuoni e lampi


In un calmo periodo di pranzo

quando a scuola si giocava,

faceva caldo il tempo,

la pioggia era nell’aria.

Poi improvvisamente tuoni

e lampi nella distanza fecero

tremare la quiete del giorno.

Accettammo la pioggerella

che cresceva piu’ fitta finche’

scoppio’ un altro tuono grosso

seguito da frustrate di fulmine.

In mezzo a questa atmosfera,

i nostri studenti gridarono,

strillarono ed urlarono

come se stesse arrivando

l’ultimo giorno del giudizio.

Gli eventi naturali, che portano con se’

elementi di pericolo, intimidiscono

gli umani, che sono metereopatetici.

Noi reagiamo e cerchiamo di verificare

nella nostra memoria i racconti

di vittime colpite da fulmini omicidi

o crollati morti impauriti del potere

di uno schioppo di tuono.

Anche la nostra fauna, che aveva reagito

a questo fenomeno, era tutta innervosita.

I cani abbaiavano, i gatti miagolavano

e correvano lungo le grondaie dei tetti

della scuola, e gli uccelli s’acquettarono.

La temperatura del tempo d’autunno porto’

un ultimo respiro della sua giovanile

personalita’

ai nostri studenti i quali furono assediati

da questo magico concerto all’aperto!



Le vere materie a scuola


Dicono che a scuola

si studiano tante materie:

lingue, matematica, storia,

geografia, scienze, arti,

musica, educazione fisica.

Ma io vi dico che queste

sono solo tante, tante scuse.

Le vere materie che si studiano

le vedo molto molto differenti.

Lo studente deve seguire

il sistema...ed obbedire.

Deve sottomettersi alle autorità,

deve confrontarsi con gli adulti

che lo vogliono controllare.

Deve incontrare gli altri studenti

per socializzare e per adattarsi

o anche per lottare e vincere,

per imporre la propria volontá.

O essere la vittima di abusi

da quegli adolescenti primitivi

che ancora mancano di civiltá.

Le vere materie le impari presto

dopo le prime giornate in classe

quando devi restare seduto

e non puoi fare ció che vuoi.

E quando nei corridoi o negli spazi

aperti, o in palestra o sul campo

giochi sei solo e senza amici

devi sopravvivere usare l’ingegno,

i tuoi veri mezzi a disposizione

nella tua prima vera societá.

E l’insegnante dove sta?



Impariamo


Impariamo ogni giorno qualche cosa.

Che c’é il sole che riscalda la terra,

che porta la luce su ogni cosa.

Che c’é l’oceano, il mare, il lago,

il fiume, il ruscello e le pozzanghere,

che ci sono i pesci di tante specie.

Che c’é il vapore che riporta l’acqua

lassú nel cielo dove si forma l’arcobaleno,

ma anche le nuvole, la pioggia e la neve.

Impariamo che c’é il ghiaccio

sui monti alti, ma anche il profumo

dei fiori, l’erba fresca, gli animali.

Che tanti pastori vivono all’aperto

quando d’estate le lucciole brillano

nella notte sotto le stelle e la luna.

Impariamo adesso qualche cosa

sugli umani che vivono al mondo,

quelli che si vogliono bene.

Quelli che aiutano e sorridono,

che non vogliono far la guerra,

che cercano sempre la fratellanza.

Impariamo ogni giorno insieme

a portare ad ogni persona, alla gente,

il conforto, la concordia, il benessere.

Impariamo infine che l’umanitá,

che é fragile per natura nell’infinitá,

ha soltanto tanto tanto bisogno di pace.



Scuola e TV


Vogliamo creare una scuola civile:

cioe’, vogliamo che tutti siano gentili.

Vogliamo avere il piú della liberta’:

amiamo quando gli altri sono cortesi.

Vogliamo insegnare in un ambiente

collaborativo dove gli studenti

sviluppano la propria disciplina.

Vogliamo che gli studenti non lottino

fra di loro, che non gridino

o sgridino o si comportano male.

Vogliamo vedere una buona atmosfera

dove ogni persona puo’ fare quello

che lui/lei vuole: (non dimentichiamo

il nostro ideale di uguale opportunita’).

Quando gli studenti si comportano bene,

capisci che ogni ragazzo puo’ fare

quello che vuole, che ogni ragazza

riesce a fare quello che le piace.

La ragione per questo progresso

nel comportamento degli studenti

si puo’ attribuire alla Televisione.

Essi la seguono piu’ attentamente

di quanto fanno con noi insegnanti

che siamo presenti in classe!

Ascolta come parlano gli studenti

di questa grande educatrice: ognuno

segue il proprio programma favorito,

di cui parla con grande interesse e rispetto!

Noi siamo stati rimpiazzati da un istruttore

piu’ importante! Ma noi, insegnanti,

non tralasceremo di reclamizzare

la nostra presenza ed influenza nelle scuole!

Cosa dobbiamo fare? Trovare una soluzione!

Forse dovremmo usare le nostre immagini

di maestri per andare in onda,

per comunicare con i nostri studenti,

siccome essi sono piu’ disposti

ad ascoltarci quando noi non siamo piu’

la’ in classe fisicamente, di persona!

E’ un nuovo insegnamento virtuale,

senza emozioni! Se vuoi veramente

insegnare in questa era virtuale devi

essere disposto ad affrontare la realta’

di una nuova didattica telematica,

visiva, obiettiva! Tu, insegnante, avrai

un impatto maggiore su coloro

che vogliono veramente ascoltarti

o eliminarti con un clic di bottone

per accendere o spegnere la Televisione!



E’ cosi’ vero!


I tuoi occhi sono la finestra

della tua anima. Si’, questo e’ vero,

specialmente quando uno dei miei studenti

evita il mio sguardo, quando guarda

ai lati o gira gli occhi in su, nell’aria!

Questo mi dice che lui non e’ aggiornato

con i suoi compiti, che a lui non importa

questa materia, che si trova soltanto

in questa classe per riscaldare la sua sedia!

Io gli domando di guardare nei miei occhi

e lui capisce che non puo’ evitare

i suoi obblighi, le sue responsabilita’!

Non puo’ dare scuse o muoversi nel suo seggio.

Adesso appare stupido trovare nuovi modi

per guardarci; perche’, ahime’, i nostri occhi

si sono incontrati, e adesso lui sa la verita’,

lui sa quello che deve fare!

Ancora non sembra sicuro.

Non c’e’ via di scampo!

Tutto questo e’ successo perche’ nel profondo

dei suoi occhi c’era una parte della sua

anima che mi diceva che lui non sapeva di

meglio, che lui era ancora troppo giovane,

immaturo!!!

Se sei fortunato di incontrare la tua anima,

finalmente fai la conoscenza con il tuo te

stesso che puo’ fare meglio, che puo’ essere

grande, che puo’ fare bene ed avere

successo.

Via, provaci!!!



Azzeccate questa!


Non fatemi fermare il vostro imparare,

aprite il libro alla pagina corretta.

Non fatemi fermare la vostra lettura e,

quando siete annoiati, conversare e parlare.

Non vi dimenticate di scrivere una cartolina

dal nostro posto favorito nella citta’ di

Melbourne

o dalle onde dell’oceano a Lorne,

o i Dodici Apostoli, o Warrnambool!

Non fatemi fermare

di aprire i vostri libri.

Non fatemi fermare

di fare le revisioni!

Non fate che io vi dica

cosa fare in Italiano.

Voi sapete come si dice:

‘Ciao, buongiorno ed arrivederci !”

I vostri amici sono dappertutto

e li vedrete a Lygon Street bere un caffellatte

o scambiarsi un bacio o due!

Seduti si raccontano le storie del nonno o

nonna

e la loro meravigliosa cucina e molto buon

vino,

e le cotolette con insalata e un gelato al

cioccolato.

E buon appetito. Grazie. Altrettanto.

Non fatemi fermare

di aprire i vostri libri.

Non fatemi fermare

di fare le revisioni!

Non fate che io vi dica

cosa fare in Italiano.

Voi sapete come si dice:

‘Ciao, buongiorno ed arrivederci !”

Non mi dite che un giorno andrete

in Italy. Non credo che volete andare

su una gondola a Venezia o visitare

la Torre di Pisa o camminare sulle discese

del focoso Vesuvio o cantare su un antico

palcoscenico a Siracusa o camminare sul

Gianicolo di Roma, al tramonto!

Non fatemi fermare

di aprire i vostri libri.

Non fatemi fermare

di fare le revisioni!

Non fate che io vi dica

cosa fare in Italiano.

Voi sapete come si dice:

‘Ciao, buongiorno ed arrivederci !”

Voi non conoscete bene l’Inglese.

Pensate che e’ abbastanza!

Percio’ non mi dite che non volete imparare

una seconda lingua – peggio per voi!

Mi avete detto che potreste sviluppare

due lingue in bocca, trovereste difficile

mangiare gli spaghetti: potreste arrotolare

una lingua nella forchetta e ingoiare l’altra

nella gola! Ma tanti auguri lo stesso.

Impara, impara, impara!

Non fatemi fermare

di aprire i vostri libri.

Non fatemi fermare

di fare le revisioni!

Non fate che io vi dica

cosa fare in Italiano.

Voi sapete come si dice:

‘Ciao, buongiorno ed arrivederci!”



Tre ragazze della mia scuola


Tre giovani ragazze vicino al loro deposito

stanno tirando fuori i libri per la classe.

Conversano, ridono e sono contente

perche’ sono giovani e non si preoccupano.

Nous chantons tous les matins

quand notre professeur vient par ici.

Nous voulons qu’il nous regarde

parce que nous sommes ses favories!

Ma l’insegnante e’ preoccupato

perche’ e’ in ritardo per la sua assemblea

di classe. Lui passa camminando lestamente

attraverso il corridoio gremito e sorride loro

dicendo: bonjour, mes jeunes filles!

Nous chantons tous les matins

quand notre professeur vient par ici.

Nous voulons qu’il nous regarde

parce que nous sommes ses favories!

Per attrarre l’attenzione del professore

le tre studentesse decidono di cantargli

una canzone. La loro serenata e’ adesso

ben conosciuta per tutta la scuola

e si canta cosi’...

Nous chantons tous les matins

quand notre professeur vient par ici.

Nous voulons qu’il nous regarde

parce que nous sommes ses favories!



Colpetti di freccette


Osservate i sentimenti di uomini

appartati dalle regole della legge.

Vedete quegli istinti nel greggio

giocare i giochi della sopravvivenza.

Che resistenza c’e’ quando lo spirito e’ vivo!

La’ va lo stiletto meschino degli amiconi che,

come streghe nella notte, rimuginano

sulla pentola nera della discordia,

traendo delle pozioni di veleno

e, con i loro cucchiai, le buttano sulle effigie

di uomini nelle loro rimanenze mortali.

Il Corpo puo’ soffrire il dolore e la rabbia,

ma lo spirito si alza ad un enorme grido di:

“Vendetta! Vendetta! Vendetta!”

Poi vedi quegli amiconi con il loro spirito

nudo, gonfiato, galleggiare nello spazio

come i mongolfieri di Montpellier!

Au revoir! Adieu!



Fine dell’anno


Vengono ogni anno a mucchio

e, come furie, prendono tutto

e lasciano, come foglie

su un albero d’autunno.

La’ rimango, desolato e solo,

mentre aspetto l’arrivo

di un’altra stagione.

“ Io sono il tronco che resta indietro

per ricordare, per valutare l’esperienza.

Mentre loro se ne vanno, mai piu’

per ritornare in questo stesso anno,

in questo gruppo di classi e di attivitá!”



Nella Regione di Lake Mungo


Le ossa della gente

che vive nella Regione di Lake Mungo

sono state la’ per 60,000 anni.

Le ossa della gente

infossate nelle dune di sabbia

della Regione di Lake Mungo ci danno

la chiave della storia degli aborigeni.

Nelle dune di sabbia

della Regione di Lake Mungo

c’e’ uno scheletro.

“ Io sono uno scheletro

nelle dune di sabbia

della Regione di Lake Mungo.

Quando le mie ossa erano piene di carne,

io vivevo questa terra,

bevevo l’ acqua

ed ascoltavo le storie

dei miei avi dai miei vecchi.

Andavo a caccia, raccoglievo i frutti

e pescavo, io camminavo in giro

con il mio gruppo e vedevo le lucertole,

gli emu’ ed i canguri.

Il mio amico Mulwala

dipingeva in una caverna

il nostro eroe ancestrale,Bunjil

ed i suoi ‘dingo’. Mindeye,

il serpente dell’arcobaleno,

aiuto’ nella creazione

delle nostre montagne e degli alberi,

dei nostri fiori e delle vie di acqua.

Abitavamo nella nostra terra

aspettando il cambiamento del tempo.

Abitavamo con la nostra gente

sapendo che Madre Terra

un giorno ci avrebbe riportato

nel Mondo del Cielo dei nostri avi.

Vivevamo, amavamo,

io sono ora morto

cosi’ voi potete vedere

quale ‘kulin’* una volta

apparteneva alle terre

della Regione di Lake Mungo**.

* Gente

** Nord di Mildura, Victoria



Il fuoco degli aborigeni


Dicono che ‘Fuoco’ erano Alfa e Beta Centaura,

le due stelle lucenti lassu’ nel Mondo del Cielo

dove due giovani fratelli, Kanbi e Jitabidi,

vivevano in un campo vicino alla Stella del Sud.

Durante una carestia in quella parte dell’Universo,

tutti gli eroi celesti del Tempo dei Sogni cercarono

rifugio in diversi pianeti della Costellazione.Questo

e’ come Kanbi e Jitabidi arrivarono in Australia.

In questa terra di megafauna dove i diprotedoni

vivevono a lato dei grandi possum, emu e canguri,

i due nuovi arrivati fratelli trovarono il cibo

abbondante ed i loro accendini, alfa e beta, utili.

Un giorno durante una caccia i due accendini che erano

stati lasciati indietro nel campeggio diventarono molto

annoiati, cominciarono a rincorrersi e si accesero... e

causarono un incendio, forzando tutti gli animali fuori.

Potete solo immaginare quanto furono felici gli aborigini

quando i loro cacciatori uccisero le bestie con le frecce!

Kanbi e Jitabidi erano invece annoiati per la fine del gioco

e cosi’ mandarono Alfa e Beta subito indietro nel Cielo!

Oggi queste stelle lucenti accesero la mia fantasia,

ma per i ‘kulin’ della mia zona e tutti gli altri aborigeni, il fuoco

e’ fratello e sorella, e’ leggenda e simbolo sempre presente

nella Cultura: aiuta la caccia, la cucina, ballare e vivere!



La Storia


C'é l'ha chi la racconta.

C'é dentro chi se la racconta.

C'é anche chi e' riconosciuto.

C'é chi ha la simpatia degli altri,

chi ha realmente fatto qualcosa in piu'.

Chi ha semplicemente scritto

dei versi... a volte un'enciclopedia!

Ci sono poi i vari angoli

del prismo dei fatti.

C'é anche dentro

chi non ha fatto niente!

O chi ha immaginato troppo.

Percio' ivi dentro si trovano

anche le illusioni e le delusioni

di chi pensa d' aver fatto

ma in realta' non ha...

La Storia e' come

la si racconta

e chi la racconta.

La Storia e' importante

per gli importanti...

Pero' la Storia e' di tutti.



Bellezza incantevole…


e letteratura!

Arte, letteratura,

film, cassette,

video, DVD

danno a tutti

un senso della bellezza

della vita.

Gli umani provano

e progrediscono sulla gloria

di quel che c’e’.

Tutta questa informazione e

comunicazione offrono

avvicinanza, compagnia,

felicita’.

L’arte e la letteratura

non hanno prezzo!

Soltanto domandatelo

al mio tipografo!